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Una storia controversa!

Domenica 20 giugno, si è svolto presso il Centro Educativo “La Contea” in C.da Santa Lucia a San Benedetto del Tronto, il XVI Gagliarda’s Day! La giornata dedicata allo sport e alla nostra società sportiva rientra nei festeggiamenti in onore del beato Pier Giorgio Frassati che sono iniziati e proseguiranno fino a domenica 4 luglio, festa liturgica del caro Pier Giorgio. La serata è stata finanziata dal progetto “ Community for Young” del quale la Polisportiva Gagliarda è partner per l’organizzazione di eventi sportivi rivolti ai minori. Nel pomeriggio la festa è iniziata con le esibizioni di tutte le squadre che fanno parte della Polisportiva Gagliarda, di seguito è stata proiettata la partita dell’ Europeo, “ Italia- Galles”. Prima  della conferenza di Nando Sanvito sulla storia di Alex Schwazer, in collegamento  con Gioia Bartali, nipote di Gino e  cara amica e sostenitrice della Polisportiva,  si sono raccontate le ultime notizie su Gino e sulla causa di beatificazione che la famiglia ha avviato già da tempo.


Quella di ieri sera è stata sicuramente una serata piacevole e costruttiva. Il Gagliarda’s Day di quest’anno è iniziato alle 16:30 con i giochi e le esibizioni dei gagliardi ed è proseguito con due incontri a mio avviso molto belli. Il primo rientra nel consueto “Spazio Gino”, momento che ogni anno dedichiamo alla figura del grande Gino Bartali. Quest’anno abbiamo avuto l’onore di ascoltare proprio la nipote di Gino, Gioia Bartali. La cosa che più mi è rimasta impressa è stata questa frase: “ Ricordarsi di Gino non serve a Gino ma serve a noi!” Anche se potrebbe sembrare una banalità, credo che sia una cosa molto vera. La storia di Gino è una testimonianza concreta e tangibile di una vita laica dov’è Gesù Cristo era sempre messo al primo posto, costi quel che costi. La caparbietà e il coraggio che hanno animato il grande ciclista, intersecati con la sua vicenda umana sono un esempio del fatto che tutti possono essere santi e possono donarsi interante a Lui. È proprio grazie a momenti come lo “Spazio Gino” che teniamo vive nei nostri cuori queste cose. La seconda parte della serata invece ha avuto un tema diverso. Il relatore, Nando Sanvito, ci ha raccontato l’intricatissima vicenda Shwazer e ci ha fatto vedere, grazie al supporto di foto e video, che anche il mondo dello sport è profondamente corrotto. Nel corso della narrazione però, il giornalista ci ha anche tratteggiato un piccolo faro di speranza rappresentato dal rapporto tra Alex Shwazer e il suo allenatore Sandro Donati. È proprio lui infatti che dice: “Non ho fallito col mio atleta Alex Schwazer, non tanto perché l’ho accompagnato alla vetta del suo rendimento atletico, ma perché lo lascio più maturo di quando l’ho preso con me, più sicuro di sé, capace di stare di fronte alle sue responsabilità senza ricorrere a scorciatoie o ad aiuti farmacologici”. Questo mi ha fatto riflettere sul nostro compito nella vita di tutti i giorni. Non tutti sono allenatori ma ciascuno di noi ha una missione educativa che non può e non deve essere un contorno, un dettaglio delle nostre azioni ma al contrario deve essere il cuore pulsante del nostro fare. La storia del marciatore ci da speranza anche se apparentemente non ha ancora un lieto fine ( Alex non parteciperà alle prossime Olimpiadi dì Tokyo) proprio perché l’atleta è diventato un uomo grazie al lavoro del suo allenatore. Questa storia mi ha anche ricordato che bisogna sempre combattere per la verità anche se tutto sembra dirci il contrario. Che dire, cari lettori, spero non vogliate perdervi altre serate così entusiasmanti! Vi aspettiamo al prossimo appuntamento.

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