Nell’ambito della festa del Beato Pier Giorgio Frassati e promosso dalla ODV “San Giovanni Paolo II” e dalla cooperativa “Capitani coraggiosi”, è stato possibile organizzare l’incontro con Giovanni Zennaro grazie al progetto “ Community for Young”, che prevede l’organizzazione di attività culturali rivolti ai giovani. Il tema della serata è stata la riscoperta della tradizione, infatti nel Medioevo, nuclei familiari costituivano villaggi cristiani attorno ai monasteri, oggi in Umbria, una realtà molto simile sta sorgendo attorno al Monastero di San Benedetto in Monte di Norcia. Si tratta di una piccola comunità, la Banda del Corvo e della Colomba, costituita da alcune famiglie che dalla Lombardia si sono trasferite sui monti sovrastanti Norcia per coltivare una vita libera e semplice e soprattutto vivere seguendo l’ispirazione offerta dalla Regola di san Benedetto e dalla vita dei monaci benedettini, affinché Dio sia glorificato in ogni cosa. Frequentano regolarmente il vicino Monastero, dove partecipano alla Santa Messa e alla preghiera. Stanno lavorando all’avvio di una piccola scuola parentale nella quale i figli possano ricevere un’educazione pienamente radicata nella fede e nell’insegnamento morale della Chiesa. Si può vivere così ancora oggi?
Di seguito vi proponiamo una testimonianza di un giovane presente alla serata.
“ “Quando il nemico sembra prevalere in battaglia, allora la battaglia sia portata avanti in maniera diversa.” Così ieri sera Giovanni Zennaro ha iniziato il suo incontro, raccontandoci come e perché dopo aver vissuto a Milano ha deciso di andare a vivere a Norcia. Quando si trovava a Milano era affascinato dalla vita monastica e dal ruolo che occupava la preghiera nella vita dei monaci. Allora per portare la preghiera nella sua vita decise di creare un progetto chiamato cascina di San Benedetto, che consisteva nell’ invitare a casa sua varie famiglie per pregare e partecipare alla Messa. Mentre questo progetto cresceva, lui si era reso conto di aver bisogno di vivere accanto ad un monastero e non rendere casa sua un monastero di famiglie, bisogno che lo ha portato a trasferirsi in una frazione di Norcia. Mi è piaciuto come lui, pur di stare vicino ad un monastero e mettere al centro della sua vita Dio, ha deciso di lasciare la sua cascina per andare a vivere in una casa più molto più piccola in un paesino diroccato di soli 8 abitanti (io, invece, quando mi accorgo di poter fare qualcosa di buono o di poter dire una parolina ad un amico non lo faccio per pigrizia). Ora in questo paesino oltre la sua famiglia c’è un’altra famiglia e il progetto di Giovanni è ridar vita a questa frazione creando una sorta di piccola comunità che non si fa trascinare dai ritmi del mondo e della moda, ma che segue Dio. In sintesi posso dire che mi è piaciuto questo incontro perché Giovanni Zennaro, raccontandoci la sua esperienza, ci dimostra come è possibile mettere al centro della propria vita Dio – pur non essendo consacrati – e di come si può essere felici anche se si aderisce ad una vita, seppure poco comoda, certamente piena e bella.”
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