“Se c’è magia nel mondo, deve esserci un mago”Concorso Chesterton 2025
- La Contea
- 12 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Venerdì 9 maggio, presso il Centro Educativo “La Contea”, si è svolta la giornata finale dell’VIII Concorso Chesterton. Le nuvole e la temuta pioggia dei giorni precedenti hanno lasciato spazio ad un caldo sole che ha dato il benvenuto ai partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia: da Andria, Roma, fino a Vicenza, tanti sono stati gli insegnanti che hanno accolto l’invito della Scuola Chesterton di San Benedetto del Tronto. Quest’ultima infatti, in collaborazione con la Società Chestertoniana Italiana, ha organizzato l’intero evento, sostenuto con il contributo della Fondazione Nazionale delle Comunicazioni.

La frase “Se c’è magia nel mondo, deve esserci un mago” è stata estratta da un libro dello scrittore inglese Chesterton, Ortodossia, ed è stata il filo rosso di tutti gli elaborati delle varie scuole partecipanti, nonché tema protagonista del dibattito degli studenti più grandi delle superiori.
C’è chi ha realizzato un coloratissimo mosaico, chi un libro pop-up, chi si è cimentato in una piccola sitcom, chi ha scritto poesie e canzoni, tutti lavori accomunati dalla constatazione che la realtà che ci circonda è veramente meravigliosa. Ospiti speciali di questa edizione, i nostri giudici: il giornalista Rodolfo Casadei e la traduttrice Annalisa Teggi, la quale ci ha lasciato un breve pensiero su quanto vissuto durante questa giornata tutta dal sapore chestertoniano:
Ho partecipato come d’abitudine, e l’abitudine ha un vantaggio e uno svantaggio. Significa che ci sono degli amici con cui c’è una «familiarità ripetitiva». Significa anche si può farlo perdendo lo scossone di novità che deve permanere nelle esperienze note.
Ringrazio, quindi, di aver ritrovato volti e abbracci che conoscevo; ringrazio per la novità di aver visto da capo che – quando gl’insegnanti sono consapevoli del loro impegno – non si vedono. Cioè: i protagonisti assoluti sono stati i ragazzi, era fatica capire chi fossero gl’insegnanti. E quando l’educazione è un punto infiammato di esperienza, deve essere così. Un insegnante può essere anche «tremendamente» presente in classe. Ma poi arriva il momento in cui si mette da parte e guarda i suoi ragazzi tuffarsi senza paracadute nelle piccole avventure in cui è la loro voce (anche sussurrata) a venire fuori.
Annalisa Teggi
Comments