Italia: terra di eccellenze agricole e alimentari, prodotti che non solo la rendono la patria della buona cucina salutare ma anche una fucina di tradizioni che si passano di padre in figlio. Il Bel Paese vanta abitudini che riportano ai tempi antichi per quanto riguarda l’agricoltura. Noi ragazzi della cooperativa Hobbit, da qualche anno, abbiamo fatto nostra la bella tradizione della raccolta delle olive. Noi marchigiani non abbiamo nulla da invidiare alla Toscana, denominata da tutti “la culla” dell’olio migliore d’Italia. Questo lavoro, per noi, inizia nei primi giorni di ottobre ed è molto faticoso; allo stesso tempo, però, è anche molto affascinante. Mi chiedo sempre chi sarà stato il primo a pensare che dal frutto dell’ulivo si potesse ricavare olio da mensa e anche alla non semplice filiera lavorativa che c’è dietro. Noi ragazzi della cooperativa, gestiamo da qualche anno le aree verdi nei dintorni della nostra città e abbiamo anche diversi lavori di potatura di alberature e piante da frutto.
E’ un bel lavoro che ci permette di stare sempre all’aria aperta e, personalmente, lo considero una passione più che un impiego lavorativo. Alcuni di noi hanno partecipato a dei corsi di potatura, in particolare di ulivi e, stando in questo mondo, l’interesse per le varie “cultivar” e la loro diversa gestione è cresciuto e cresce sempre di più. Lo scorso anno abbiamo fatto la raccolta in un uliveto molto grande e ci siamo accorti che, anche se in ordine sparso, c’erano molte piante di olive ascolane (varietà da mensa, frutto molto grande) dalla cui molitura si ricava un olio molto buono, delicato e dal sapore intenso di carciofo e pomodoro. Abbiamo, quindi, fatto uno sforzo maggiore per poter raccogliere solo queste piante e fare una molitura diversificata. Devo dire che oggi, anche ad un anno di distanza, quando apro il mio piccolo bidone d’acciaio contenente quell’olio, rimango affascinato dal suo odore e sapore e ricordo con piacere la fatica fatta quel giorno. La cosa interessante di tutto ciò è anche lo stare insieme per molte ore al giorno con i ragazzi, che sono poi i miei amici più cari e il poter offrire una possibilità lavorativa anche ad altri che hanno bisogno. Non è facile, poi, vendere il buon prodotto finito (che non ha un prezzo basso), perché tutto questo ha un costo di mantenimento, paga degli operai e varie attrezzature; i supermercati, poi, vendono olio (di qualità molto bassa) a prezzi stracciati e il consumatore spesso cerca di spendere il meno possibile. In ogni caso, noi continuiamo la nostra piccola battaglia di sensibilizzazione, almeno sui nostri amici e, piano piano, speriamo di far capire a più gente possibile la bellezza di questa tradizione ma, soprattutto, l’importanza di poter mangiare bene, scegliendo un prodotto che racchiude tutte queste cose che vi ho appena testimoniato.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI DELL’OLIO DELLA CONTEA
STEFANO OLIVIERI 3284911374
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