Venerdì 24 giugno si è tenuto il quindicesimo Santa Caterina’s day che ha visto protagonisti Maria Bonaretti e Marco Reggiani dell’associazione “Familiaris Consortio”.
Il Movimento Familiaris Consortio è un itinerario di vita cristiana fondato da don Pietro Margini, in cui si riconoscono fedeli di diversi stati di vita che condividono in una concreta vita di comunione la gioia della fede e l’impegno della testimonianza, in un reciproco arricchimento per l’edificazione della Chiesa come “Famiglia di Dio”. Grandi cose sono possibili quando "uomini vivi", direbbe Chesterton, si mettono
insieme e creano opere al servizio del bene comune.
Nella prima parte dell’incontro Carlo Tellarini e Marco Sermarini hanno risposto ad alcune domande usando Chesterton come guida. In particolare ci si è soffermati sulla libertà dell’uomo di dire sì o no alle proposte che vengono fatte. Questa libertà non se la dà da solo l’uomo, ma viene riconosciuta da Dio agli uomini.
Un altro punto è stato su come evitare la monotonia della vita e su come e cosa può ridestare il cuore dell’uomo. La monotonia, dice Chesterton, non esiste, ma esistono persone annoiate. Quando uno si stanca cambia, e se uno vuole cambiare vuol dire che c’è qualcosa che non va. Bisogna fare come i bambini che, invece, ripetono “Ancora!” ogni volta che si appassionano a qualcosa. Uno non si stanca se trova la magia e il miracolo in ciò che sta vivendo.
Dopo cena l’incontro è continuato con Maria Bonaretti e Marco Reggiani che hanno parlato del fondatore della loro comunità, don Pietro Margini, e della scuola che è nata grazie al suo carisma. Ciò che mi ha colpito è la somiglianza della loro comunità alla nostra compagnia. Lo scopo della Familiaris Consortio, infatti, è far sì che gruppi di famiglie seguano un cammino di amicizia e di fede supportandosi vicendevolmente. I membri di questa comunità si scelgono per affinità reciproche, condividono l’educazione dei propri figli e si promettono amicizia per tutta la vita.
Teresa Giustozzi
“Quando la gente si riunisce crea istituzioni”: questa è la frase che più mi ha colpito della conferenza, perché è un concetto che mi ha sempre affascinato e che vedo molto vero nella mia vita. Quando una persona è felice, viva, attiva e soprattutto vuole rimanere tale, decide delle regole per non cambiare strada, delle regole da seguire quando non avrà più questo entusiasmo.
Creare un'istituzione si può realmente fare solo quando si è veramente liberi: perciò la libertà non vuol dire assenza di regole, anzi, il contrario, vuol dire ordine, perché è quando una persona è triste che tende al disordine e all'anarchia essendo continuamente stufa di tutto. Una persona felice è capace di stupirsi anche nel ripetere le stesse cose.
Questi due concetti per me sono bellissimi e dicono molto nella mia vita perché sono una persona che fa difficoltà a darsi delle regole, a fare su di sé un lavoro per maturare, e così mi faccio facilmente trascinare dalle circostanze senza vedere la realtà.
Questo incontro serale mi ha fatto capire quello che devo mettere in pratica nella mia vita, ovvero avere sempre in mente ciò che voglio fare con il mio ideale, perché la nostra istituzione è ricordarsi sempre del nostro ideale. Vedo molte somiglianze tra la nostra compagnia e il gruppo Familiaris Consortio: abbiamo lo stesso sguardo sulla realtà, sul prossimo e la stessa concezione di Chiesa, famiglia e comunità.
Luca Mozzoni
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