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Le piadine di una volta

La mattina di sabato 16 marzo, il Centro Educativo “La Contea” ha ospitato la giornata del progetto “Resta con Noi”, ormai un appuntamento mensile fisso da più di un anno, completamente dedicato ai nostri cari anziani e organizzato dall’Associazione San Giovanni Paolo II.

La giornata di sabato è stata dedicata alla cucina tradizionale e l’attività è stata organizzata da un volontario appassionato di cucina, Antonio. Ecco qui di seguito la sua testimonianza:

Sabato scorso sono stata invitato dall’Associazione San Giovanni Paolo II per continuare la serie di laboratori di cucina dedicati alla riscoperta della tradizione. La proposta era un laboratorio sulle piadine perché “nonna” Francesca, assidua partecipante ai laboratori, ha vissuto per ben 10 anni a Cesenatico e così aveva piacere a mostrarci e insegnarci come si fanno le vere piadine romagnole. Hanno pensato a me per poterla aiutare perché diplomato alla scuola alberghiera Chesterton. Ad aiutarmi ho invitato anche due attuali studenti della scuola.

Gli anziani sono stati molto contenti di rivedermi perché avevo già fatto un altro laboratorio su un dolce tipico abruzzese, durante il quale ci siamo divertiti parecchio e così erano molto incuriosi da questo nuovo laboratorio. Ho trovato utile e bello per i ragazzi della scuola poter collaborare con nonna Francesca che si è messa a fianco a noi, proprio come una puntata della prova del cuoco, insegnandoci i trucchi e il procedimento migliore per realizzare le piadine.


Prima di iniziare nel pratico, abbiamo fatto tutto un cappello introduttivo su qual è la tradizione che lega i romagnoli alle piadine, su come sono nate, sull’origine del nome piadina. Abbiamo fatto tutto un excursus storico su questo piatto, anche accennando alla diatriba che c’è in Italia su chi fa la piadina migliore, la vera piadina romagnola, tra Rimini, Riccione, Ravenna, spiegando le differenze che le caratterizza.

Poi, finalmente, abbiamo messo le mani in pasta! All’inizio c’è stata qualche difficoltà: queste ricette sono realizzate con ingredienti davvero semplici, ma le dosi non sono mai precise, perché appartenevano alle massaie di una volta, le mamme casalinghe che producevano pane, pasta e piadine per tutta la famiglia. Nonna Francesca, infatti, non aveva una ricetta, ma andava ad occhio, il famoso “quanto basta”.

Dopo un primo momento di insicurezza, i nostri anziani si sono sciolti, hanno iniziato a fare domande e ad interessarsi. Nonna Francesca, poi, ha portato una vecchia padella che in passato è appartenuta a sua cognata e che ora è diventata sua. Una padella di 80 anni, di ferro, che serviva a preparare queste piadine. La cosa bella è stata il momento di condivisione, di riscoperta delle tradizioni, del pane che è il cibo che troviamo in tutte le case italiane a colazione, pranzo e cena. Infine, ovviamente, abbiamo provveduto a farcire le piadine con il classico rucola, crudo e squaquerone o anche mortadella. Buonissime ovviamente!

Grazie ai volontari che mi hanno invitato! Stare insieme agli anziani, cucinare e chiacchierare con loro è sempre un momento prezioso per me.



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