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Giornata di inizio anno dell'Opera Chesterton

Aggiornamento: 17 nov 2022

16 ottobre 2022

Durante la mattina del 16 ottobre, presso il Centro Educativo La Contea, si è svolta la giornata di inizio anno dell’Opera Chesterton, organizzata dalla Cooperativa Capitani Coraggiosi, nell’ambito del progetto «Building Home: socialità, inclusione e ambiente!», di cui la Cooperativa Hobbit è ente titolare.

Nella prima parte della giornata, le famiglie hanno partecipato a due momenti di riflessione e analisi su argomenti educativi: il primo guidato da Padre Cassian Folsom, ex priore del monastero benedettino di Norcia, il quale ha affrontato il tema del valore del lavoro; il secondo, invece, ha visto alcuni operatori della Cooperativa Capitani Coraggiosi, presentare il tema dell’anno, cioè lo spunto di riflessione che verrà affrontato in tutte le realtà che fanno parte dell’opera Chesterton.

Lo scopo di tale progetto, consiste nel creare occasioni di scambio di esperienze tra i partecipanti, favorendo l'instaurarsi di rapporti amicali e l'innestarsi di dinamiche di mutuo aiuto.

Questo appuntamento annuale si propone, quindi, di inserire i beneficiari in un contesto aggregativo positivo creando occasioni di socialità e inclusione.

Ecco qui di seguito alcune testimonianze:

La giornata di inizio anno è sempre un momento importante per incontrarci e per conoscere nuove famiglie. È bello stare insieme, ma soprattutto affrontare argomenti importanti come, per esempio, quello di educare attraverso il lavoro. Di questa mattinata, infatti, ciò che mi ha particolarmente colpito è stato l'intervento di Padre Cassian, che ci ha ricordato il valore e l'importanza educativa del lavoro che, se svolto in un certo modo, contribuisce in maniera determinante, a formare l’uomo.

Helena Trentin

Durante la mattinata della giornata di inizio anno dell’Opera Chesterton, noi operatori abbiamo presentato il tema dell’anno, che lega tutte le nostre opere: “Il fiume e il cavaliere”, canzone di Claudio Chieffo.

Abbiamo pensato di dare un volto e un nome al cavaliere della canzone, per permettere a tutti coloro che prendono parte alle nostre attività di identificarsi più facilmente con lui. Poiché la storia del cavaliere è, sostanzialmente, una storia di conversione, abbiamo scelto la figura di Francesco di Assisi.

Giovane uomo ambizioso, parte per la guerra con la sua bella e costosa armatura alla ricerca di gloria e di ricchezze. Questo è lo scopo della vita, secondo il mondo: conquistare ricchezza, potere, privilegi. L’armatura di Francesco serve a questa conquista, è fatta di superbia, avidità. Ma fallisce e torna a casa senza la sua bella armatura, vestito solo di stracci e per di più malato. Ha quindi perso tutte le certezze che il mondo gli aveva insegnato. Per tutti è un fallito. Senza più la sua armatura Francesco, come il cavaliere della canzone, può vedere chiaramente le sue ferite: quelle del corpo e quelle, ancora più profonde, dell’animo. Come il cavaliere di Chieffo, che ascolta il fiume, Francesco ascolta una voce: quella di un Uomo, anche Lui apparentemente sconfitto dal mondo, condannato a morte, crocifisso. Quest’Uomo gli indicherà un’altra via da percorrere, e un modo più autentico di essere uomo, senza più l’armatura della superbia e dell’avidità.

Proporremo a coloro che frequenteranno i nostri servizi di affrontare argomenti quali i fallimenti, le difficoltà, gli errori e le debolezze che tutti noi sperimentiamo nella vita. I giovani, soprattutto, vivono questi momenti difficili con particolare intensità e, per proteggere se stessi dalla paura e dal dolore, indossano armature di ogni tipo: atteggiamenti spavaldi, linguaggio aggressivo, abbigliamento trasgressivo.

Cercheremo di far capire loro che indossare queste armature non serve a nulla. Anzi, è una dimostrazione di debolezza. Non si ha il coraggio di mostrarsi per quello che si è. Cosa fare allora? Lo scopriremo insieme nel percorso che faremo.

Elisabetta Spina

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