Lanciare i cuori oltre l'ostacolo:lavorare insieme per la difesa della vita
- La Contea
- 23 giu
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Sabato 21 giugno, presso il Centro Educativo "La Contea", si è tenuta un'interessante conferenza dal titolo: "Lanciare i cuori oltre l'ostacolo: lavorare insieme per la difesa della vita". In occasione della festa del beato Pier Giorgio Frassati della Compagnia dei tipi loschi, il professor Giuseppe Noia, presidente della fondazione "Il cuore in una Goccia" e direttore dell'Hospice perinatale, centro per le cure palliative prenatali "S. Madre Teresa di Calcutta" policlinico Gemelli I.R.C.C.S. di Roma, è venuto a trovarci per raccontare il suo straordinario lavoro: difendere la vita dei bimbi non ancora nati e, molto spesso, anche delle loro mamme. Insieme al prof. Noia è intervenuta anche la dottoressa Elisa Tarocco, medico chirurgo specialista in ginecologia ed ostetricia, che con grande umiltà ha spiegato al pubblico di cosa si occupa e come è nato il suo lavoro. Tante le famiglie e gli adulti venuti ad ascoltare la conferenza, godendo del piacevole fresco che offre la Contea in estate.
Ecco qui di seguito la testimonianza di Lara Di Sante, la quale ha contribuito ad organizzare questa bellissima serata:
Sono rimasta molto colpita quando la dott.ssa Tarocco ha raccontato di essersi confrontata con il dott. Piccinini nel momento in cui doveva scegliere la specializzazione medica. Già le avevano detto che occorrevano ginecologi che si impegnassero nella difesa della Vita (invece continuano a raccontarci che è difficile scegliere di abortire perché ci sono troppi obiettori, ma già ho imparato, purtroppo per esperienza personale, che la verità è all’opposto), ma poi il dott. Piccinini le aveva risposto che qualsiasi scelta lei avesse compiuto l’importante era che fosse connessa con il Tutto. Ho subito pensato che questa frase potesse essere un insegnamento buono per mia figlia Valeria che, proprio in questi giorni, si è trovata di fronte alla stessa decisione da prendere. Sono rimasta quasi inorridita dal suo racconto sugli aborti selettivi che il suo professore di ginecologia praticava nelle gravidanze gemellari e come la stessa brutale modalità a volte venisse usata anche per gli aborti di feti singoli effettuati alla 22esima settimana, per evitare la sopravvivenza. Questa informazione è importante in un mondo dove qualcuno denuncia anche la soppressione dei nidi di calabroni. Siamo alla follia pura. Come può un medico effettuare pratiche del genere? Come porterà nel suo cuore questo peso la mamma, ma anche il fratello sopravvissuto? Tra l’altro il suo professore diceva che per diventare bravi ginecologi occorreva assistere agli aborti, ma la dott.ssa Tarocco non è mai andata e questo non è piaciuto al suo professore che le ha detto di non andare più nel suo ambulatorio. Non so come abbia vissuto lei questo rifiuto, non mi sembra lo abbia specificato, ma nel tempo il Signore le ha aperto un portone quando è venuta a contatto con il prof. Noia con il quale collabora. Un’altra cosa che mi è rimasta impressa è stata l’affermazione fatta da entrambi (prof. Noia e dott.ssa Tarocco) che non bisogna mai essere soli nella professione come nelle scelte. Il salto del nostro cuore oltre l’ostacolo non possiamo farlo da soli, ma dobbiamo essere i primi attori, dobbiamo metterci la nostra volontà. Mi è piaciuto anche ascoltare dalla dott.ssa Tarocco - che ha ripreso le parole di Piccinini - che bisogna mettersi in ascolto perché Dio ci segue, è presente nella nostra vita attraverso le circostanze. Di questo sono convinta e ripeto spesso alle mie figlie (ma non so se prestano sempre attenzione a ciò che dico), di leggere i segni, di comprendere, quando si tratta di scegliere, le circostanze in cui il Signore ci fa trovare. Riguardo all’incontro serale, mi ha colpito la testimonianza di Antonio, in particolare quando ha detto di essersi sentito padre nelle ore trascorse in Tin accanto alla sua piccola Gemma. Nella loro sofferenza, lui e Federica, hanno saputo trasmettere la gratitudine verso gli amici, la Fondazione e il Signore che ha donato loro questa storia da vivere. A tal proposito il professore nel pomeriggio aveva affermato che la Compagnia fosse un luogo scelto dal Signore: forse non è un caso che prima noi, poi Federica e Antonio siamo stati chiamati a vivere la storia di una gravidanza patologica.
Concludo affermando con convinzione di essere una “Talent Scout” perché quando a Roma ho conosciuto Elisa Tarocco ho pensato subito che fosse la persona giusta da invitare per un arricchimento dei ragazzi che si affacciano alle professioni sanitarie. L’arricchimento è stato reciproco perché mentre passeggiavamo per i campi della Contea, mi ha subito detto: “Voglio essere una Tipa Losca”. Credo e spero che questa amicizia rimarrà sia attraverso la Fondazione, sia attraverso la Compagnia.
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