Durante l’anno scolastico 2020/2021, nell’ambito del progetto STEM 2020, è stato organizzato il corso “Un colpo di luce”, che ha coinvolto alcune ragazze e ragazzi della Scuola “G. K. Chesterton” di San Benedetto del Tronto.
Il corso è stato suddiviso in due moduli: nel primo, costituito da lezioni frontali, sono stati illustrati il funzionamento del fenomeno fisico della luce, i principi fondamentali dell’ottica, la storia degli strumenti ottici comunemente usati dalle persone ovvero, gli occhiali da vista, il cannocchiale, il microscopio ecc. Questa fase si è svolta in classe tramite lezioni frontali e presentazioni in power-point.
In questo primo modulo, gli studenti, hanno avuto modo di scoprire i vari tipi di sorgenti luminose, come si propaga la luce e come si generano le ombre. Inoltre hanno potuto sperimentare come si generano le immagini riflesse sugli specchi e come esse vengono rifratte dalle lenti.
Il secondo modulo di lezioni si è svolto all’aperto, presso il Centro di Educazione Ambientale “La Contea”. I ragazzi hanno utilizzato lenti convergenti, che riproducono l’immagine capovolta e rimpicciolita su una superficie e le lenti divergenti, nelle quali l’immagine viene invece ingrandita.
La sperimentazione diretta è proseguita utilizzando coppie di lenti per ricreare il cannocchiale di Galileo e quello di Keplero. In questo modo i ragazzi hanno verificato concretamente com’è possibile realizzare un cannocchiale come quello con cui Galileo scoprì le lune di Giove.
Per spiegare come si dirigono i raggi luminosi attraverso le lenti, sono stati poi fatti degli schizzi alla lavagna che hanno permesso ai ragazzi di verificare i principi fisici precedentemente spiegati.
L’ultima lezione si è svolta dopo cena, per dare la possibilità ai ragazzi di usare un telescopio a riflessione, di proprietà della scuola, per osservare i corpi celesti. Il periodo dell’anno, ovvero il mese di giugno, ha permesso sia la visione di Venere e Marte che, nelle prime ore della sera, erano facilmente visibili verso ovest. Hanno potuto osservare anche la Luna, di cui si sono visti chiaramente i crateri che proiettano ombre nette anche a grandi distanze, data l’assenza di atmosfera.
Ai ragazzi è stato anche fatto notare come la visione astronomica non si esaurisca in una sola serata, infatti l’osservazione richiede pazienza e meticolosità nell’appuntare ciò che si vede e confrontarlo con i dati che si hanno già in possesso. Galileo, quando iniziò ad osservare Giove, impiegò diverse settimane per arrivare a scoprire che Giove avesse le sue lune che ruotavano attorno ad esso.
Grazie a questa metodologia di lavoro, come raccontato agli studenti, ogni anno vengono scoperte nuove galassie, alcune volte addirittura da astrofili, ovvero da persone che hanno la passione e la pazienza di passare ore davanti al telescopio. Tra questi c’è Giuseppe Donatiello, italiano, che quest’anno ha individuato una nuova galassia che si trova nella costellazione dei Pesci.
Testimonianza di Franziska mangone
L’ottica, una modo diverso di vedere le cose
Tutto è cominciato da una lezione di matematica saltata. Era un lunedì come tanti altri e, noi ragazzi del primo superiore, aspettavamo con gioia che anche l’ultima ora si concludesse. A dispetto delle nostre aspettative però, quell’ora senza lezione che a noi appariva come un miracolo, era il preambolo di un nuovo percorso che stavamo per intraprendere. Nelle lezioni successive abbiamo cominciato a esplorare degli ambiti e delle materie apparentemente nuove assieme al prof. Marco Pellei: l’ottica. Ho usato il termine “apparentemente nuove” proprio perché, nel corso delle ore, ci siamo resi conto che in verità stavamo affrontando temi di cui eravamo già entrati a conoscenza da bambini. Abbiamo realizzato che alcuni particolari che potevano sembrarci così lontani da noi, non erano nient’altro che la spiegazione scientifica di giochi infantili. Giusto per fare un esempio, nell’ultima lezione che abbiamo affrontato il professore ci ha posti di fronte al tema delle “lenti” e di tutto ciò che era legato a esse. Ci siamo resi conto che gran parte delle nozioni riguardavano oggetti quotidiani, come un paio di occhiali o un binocolo; ci siamo persino divertiti a decorare un ciocco di legno con una lente d’ingrandimento, facendola attraversare dai raggi solari e trasformandola quindi in una sorta di pirografo. Sinceramente all’inizio non avevo grandi aspettative per queste lezioni, le vedevo solamente come qualcosa che sarebbe finito senza lasciarci dentro nulla di particolare, ma ora credo di poterle dare finalmente un significato. Ho anche capito che a scuola non ci vengono solamente trasmesse una serie di nuove nozioni, ma delle volte vengono ripescate delle vecchie conoscenze e trasformate in qualcosa di più grande, a cui finalmente viene dato un senso. Una volta compresa questa cosa penso che tutti noi riusciremmo a vedere gran parte delle lezioni sotto una luce diversa, una luce che ci aiuterà anche nella vita.
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